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Juventus, Pjanic si racconta: “Il mio paese era in guerra quando sono riuscito a realizzare il mio sogno. Ora voglio essere il migliore”

pjanic

Miralem Pjanic si è raccontato in una lunga intervista per il quotidiano inglese The Telegraph a proposito di come sia riuscito a diventare il giocatore che è adesso: “Quando ero piccolino il mio paese era in guerra, mio padre decise che la soluzione migliore era trasferirsi in Lussemburgo. Ricordo quando sono tornato in Bosnia nel 1996, i segni della guerra erano evidentissimi. Sono molto legato alla mia terra, potevo scegliere di giocare con Lussemburgo o Francia, ma volevo dare un segnale forte alla nazione e ho scelto la Bosnia. Devo tutto a mio padre, che mi ha fatto guardare con occhi diversi il calcio e mi ha permesso di realizzare questo sogno. La mia prima partita da professionista contro il PSG con la maglia del Lione la dedico a lui.”

In Italia lo chiamano il “Pianista” e a Pjanic sembra piacere il soprannome: “E’ perfetto per il mio stile di gioco. Non segno molti gol, ma ne faccio fare tanti agli altri. Mi muovo con leggerezza nel campo, guido la squadra a mio ritmo e non vedo l’ora di battere le punizioni.”

Sulla sfida con il Tottenham il centrocampista della Juventus pretende la vittoria: “Sono una grande squadra, ma abbiamo l’obbligo di passare il turno. Quando firmai per la Juve mister Allegri mi disse che sarei diventato uno dei migliori al mondo, ed è quello lo scopo che intendo raggiungere.”

Rassegna Stampa

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