Quest’oggi la Gazzetta dello Sport ha intervistato il Direttore sportivo della Lazio Igli Tare. Tanti sono stati i retroscena e le storie passate o attuali. Il DS, alla vigilia dell’importante sfida con la Juventus, ha raccontato i suoi dieci anni in cui ha ricoperto questo ruolo nella Lazio: dalla prima chiacchierata con Lotito fino all’attuale stagione.
Un lungo cammino che, con determinazione e tante intuizioni, l’ha portato a costruire una squadra vincente, la più forte dell’era Lotito. Merito di una forte ossessione, quella che in occasione della sfida Champions con il Napoli poteva addirittura costargli la vita: “Sono stato nove giorni in terapia intensiva, più di là che di qua, ma me l’ero cercata: nonostante avessi chiari sintomi di stress andai con la squadra a Napoli. Lì ho capito che c’è qualcosa di più importante del calcio”.
Alla Lazio una chiara missione: “Convincere i tifosi del progetto, fare della Lazio un punto d’arrivo e non di partenza. Vincere qualcosa che ancora ci manca”. Nell’immediato futuro l’obiettivo però si chiama Juventus: “Il loro potere lo avverti, come oggi per il controllo del mercato italiano. La vittoria all’andata è stata la più bella e importante: ci temevano e capimmo di essere forti. Inzaghi a Torino? Devono ancora succedere molte cose e passare un paio di anni”. Alla fine una riflessione su Stefan de Vrij: “La percentuale dell’agenzia non c’entra nulla sul mancato rinnovo, posso assicurare che non andrà alla Juve”.