L’allenatore italiano è stato scelto come nuovo c.t. della Nazionale per i prossimi anni. Tre scudetti, quattro Coppe Italia, due Supercoppe, una Premier League, una Coppa d’Inghilterra, un Community Shield ed una Coppa di Turchia. Questo il palmarès di Roberto Mancini tra le panchine di Fiorentina, Lazio, Inter, Manchester City e Galatasaray. Poco esaltante, invece, la sua ultima parentesi con lo Zenit, conclusa con un deludente quinto posto in classifica. Ora il tecnico italiano si è liberato dal club russo per dedicarsi alla guida degli Azzurri, voglioso di far ripartire la Nazionale dopo l’esclusione dal Mondiale di Russia di quest’estate. Poco fa si è conclusa la sua conferenza stampa di presentazione a Coverciano: “Sono molto emozionato ed orgoglioso, diventare l’allenatore della Nazionale è una delle cose più belle” le prime parole di Mancini da c.t. dell’Italia. “Nei momenti di una carriera c’è da prendere una decisione. C’è chi preferisce un club e chi invece vuole vedere i giocatori tutti i giorni. Io alleno da molto tempo, e sento che questo è il momento giusto perché bisogna fare qualcosa per la Nazionale. Non essere andati ai Mondiali è qualcosa di difficile da accettare. Vorrei essere un c.t. perbene, magari portando l’Italia sul tetto del Mondo e d’Europa. C’è molto da lavorare, ma penso che potremo farcela”.
“Non credo sia un problema non allenare tutti i giorni” ha proseguito Mancini. “Forse ci vorrà un po’ più di tempo, ma credo che potremo mettere insieme una buona squadra. In Italia si possono sempre trovare giocatori di qualità, ci sarà spazio per chiunque faccia bene. Adesso è difficile dire come giocheremo, vedere i calciatori dal vivo mi farà capire meglio. Mi adatterò alle loro esigenze, alle loro qualità, poi decideremo cosa è meglio per la squadra. Balotelli? Probabilmente lo convocheremo, è un giocatore che vogliamo rivedere. De Rossi e Buffon hanno dato tanto alla Nazionale, parlerò con loro per capire cosa vogliono fare. Pirlo? L’ho sentito, anche con lui parleremo del suo futuro”.
Al neo c.t. azzurro è poi stato chiesto se questa sia la sfida più importante della sua carriera: “Non lo so. Certo quando alleni un club e non vinci sono tutti arrabbiati con te, e qua si parla di 50 milioni di persone. Ma questo è anche il bello, perché se vinci qualcosa di importante hai grande soddisfazione. D’altronde nessuna sfida è facile, e dobbiamo essere noi a riavvicinare i tifosi. Io voglio dedizione e lavoro, i giocatori che sono in Nazionale devono tirare fuori i sogni che hanno nel cuore”.
“Stage? Non li chiedo, ma se avremo la possibilità ne faremo qualcuno, perlopiù per chiamare qualche giovane. Ma i giocatori viaggiano ogni tre giorni, perciò non è così semplice. Le seconde squadre sono un’ottima cosa, sperando che giochino molti italiani” ha continuato Mancini, parlando dell’importanza delle giovanili. “Credo che il c.t. debba stare vicino alle squadre minori, ma ci sono altri allenatori e non posso disturbare il loro lavoro”.
“Calcio spettacolo in Nazionale? Chi riesce a giocare bene la maggior parte delle volte vince. Noi cercheremo di avere tanti giocatori tecnici, così da proporre un ottimo calcio” ha concluso il nuovo allenatore azzurro.