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Roma, le cessioni record dell’era americana

Da quando la cordata statunitense ha acquistato la società giallorossa, i profitti derivanti dal calciomercato sono notevolmente aumentati. Sotto la guida di DiBenedetto prima e di Pallotta poi, e con l’aiuto di abili direttori sportivi come Sabatini e Monchi, tra il 2011 ed oggi la Roma americana è infatti riuscita a compiere tante, ottime plusvalenze.

In particolare, se parliamo di cessioni record nella storia giallorossa, si può notare come 8 dei 10 giocatori venduti al prezzo più caro siano stati ceduti nell’era dell’attuale presidenza. Al 9° posto della top 10 all-time troviamo infatti Medhi Benatia, passato nel 2014 al Bayern Monaco per 28 milioni di euro, oltre alle prime 7 posizioni di questa classifica tutte occupate da cessioni avvenute sotto la dirigenza americana: in 7a e 6a troviamo Erik Lamela e Marquinhos, venduti nel 2013 al Tottenham per 30 milioni ed al PSG per 31.5, mentre al 5° posto c’è Miralem Pjanic, ceduto 2 anni fa alla Juventus per i 32 milioni di euro della clausola rescissoria; Radja Nainggolan si trova in 4a posizione, passato quest’estate all’Inter per un valore complessivo di 38 milioni tra corrispettivo economico e contropartite tecniche; gli ultimi due posti del podio sono occupati da Rudiger e Salah, ceduti l’anno scorso rispettivamente per 35 milioni più 4 di bonus al Chelsea e per 42 più 8 al Liverpool; la prima posizione è naturalmente tutta per Alisson, per il quale la Roma incasserà dai Reds la bellezza di 75 milioni di euro totali. Il brasiliano, così, risulterà anche essere il portiere più pagato nella storia del calcio.

Se le cessioni economicamente importanti da parte della presidenza statunitense sono state molte, altrettanto non lo sono stati gli acquisti. O meglio, di investimenti grandi ce ne sono stati, ma nella top 10 delle spese più ingenti nella storia romanista solamente 3 fanno parte dell’era DiBenedetto-Pallotta: al 6° posto troviamo Juan Manuel Iturbe, acquistato nel 2014 dall’Hellas Verona per 24.5 milioni di euro, mentre al 5° c’è Javier Pastore, arrivato in estate dal PSG per circa 25 milioni; Patrik Schick occupa invece la prima posizione in classifica, dato che per lui la Roma sborserà un totale di 42 milioni di euro nelle casse della Sampdoria entro il 2020.

La gestione del mercato della presidenza americana, quindi, è stata finora incentrata sulla valorizzazione dei propri calciatori e sulla loro cessione a prezzi molto importanti, per poi rimpiazzarli con acquisti rilevanti ma a costi non ugualmente alti. Naturalmente, tutto con le dovute eccezioni. Il lavoro della società marchiata USA, poi, ha avuto sino ad oggi una crescita sportiva ben delineata: dalla stagione 2011/2012 a quella 2017/2018, la Roma ha cronologicamente raggiunto 7°, 6°, 2°, 2°, 3°, 2° e 3° posto in Serie A, tornando anche a giocare dopo 4 anni di attesa la Champions League nel 2014/2015, competizione in cui nella passata stagione ha raggiunto addirittura le semifinali. Mancano però ancora dei trofei nella bacheca della nuova Roma. Dettaglio da non poco conto, ma che la società giallorossa auspica di eliminare al più presto.

Rassegna Stampa

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