L’esterno offensivo classe ’92 è arrivato in azzurro dopo aver rifiutato la precedente offerta del Napoli nel gennaio scorso. Quest’estate, però, è stata decisiva la chiamata di Carlo Ancelotti: “Una telefonata che non dimenticherò mai” ha dichiarato Simone Verdi al Corriere della Sera. “Mi disse che avrebbe rispettato qualsiasi mia decisione, si è dimostrato da subito un uomo semplice, simpatico, autorevole ma umile. Quando poi l’ho conosciuto le mie impressioni sono state confermate, è stato un onore. Come allenatore non è uno che si impunta sulle proprie decisioni, però sa farti muovere in campo. Mi chiede perlopiù di stare tra le linee per poi accentrarmi, ma non solo questo. Sta bene con noi anche fuori dal campo, è speciale e diverso da tanti altri tecnici. Insegna calcio come Sarri, ma ha una mentalità più aperta ed estesa”.
L’ex Bologna ha poi parlato del suo inizio con il Napoli, nonché di ciò che lo aspetterà: “Tengo il numero 9. È un’eredità pesante ma so di poterla onorare. Abbiamo un gruppo semplice ed accogliente, dove non ci sono primedonne. Sarò sempre grato al Bologna, infatti a gennaio rimasi per finire bene la mia avventura. Donadoni mi diede anche dello stupido. Ronaldo? È un fenomeno, ci ho giocato contro in Liga e lo conosco bene. Il suo arrivo sposta gli equilibri, ma vediamo se si ambienterà da subito. In ogni caso, non si vince da soli”.