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Bernardeschi: “All’Italia serve un cambio di mentalità e Mancini è l’uomo giusto”

Federico Bernardeschi

Tempi duri per il calcio italiano ma soprattutto per la Nazionale, reduce da 1 punto in due partite di Nations League e che rischia seriamente la retrocessione nella Serie B. A parlare della situazione attuale dell’Italia è uno dei punti fermi per il futuro del nostro calcio, Federico Bernardeschi che, in un’intervista rilasciata alla rivista Undici, ha dichiarato: “Attraversiamo un periodo particolare, ma una cosa è certa: prima di voler vincere bisogna prepararsi a vincere. Questo è fondamentale. Se si vuole tutto subito, alla fine si stronca tutto. Non ci si può aspettare una Nazionale che vinca 4-0 le prime cinque amichevoli, se è così c’è qualcosa che non va. Si è toccato il fondo, in queste circostanze ciò che bisogna fare è prendersi per mano e tornare in alto tutti insieme. Serve un cambio di mentalità: tutti quanti, stampa, giocatori e addetti ai lavori, dobbiamo andare nella stessa direzione. Questo cambio di mentalità deve avere un unico obiettivo, far ripartire il calcio italiano e riportare l’Italia in alto, dove merita di stare”. L’attaccante bianconero punta tutto sul nuovo CT, Roberto Mancini: “Mancini è uno che sa perfettamente cos’è il calcio. Ha giocato, è stato un grandissimo campione ed un grandissimo allenatore. E lo sarà ancora: serve pazienza e bisogna dargli fiducia, lui è l’uomo giusto per far ripartire il calcio italiano”. Infine sui talenti italiani: “Il nostro è un gruppo che vale, sono presenti giovani di prospettiva, oltre che giocatori di personalità. Il gruppo è sano, è forte ed è da questo che si deve ripartire. Il cambio di mentalità è anche legato ad un discorso di crescita dei giovani: è normale che un giovane ha bisogno di tempo e non può essere un veterano, chi ha giocato tre partite in Nazionale non può essere come chi invece ha collezionato ottanta presenze. Ma c’è una cosa da non sbagliare, non bisogna criticare un gruppo di giovani e dire che questi non sono pronti. E’ necessario dare loro il tempo di crescere. In passato si sono trovati in situazioni simili anche giocatori come Del Piero, Totti e Maldini: un calciatore cresce e matura con il tempo, nel calcio l’esperienza fa tanto”.

Rassegna Stampa

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