Intervistato dal Venerdì di Repubblica, Francesco Totti ha rivissuto alcuni momenti della sua carriera e del suo legame con il calcio romanista. Dopo aver esordito spiegando come mai ha escluso altre destinazioni dopo la Roma – “Ho sempre detto che avrei indossato una sola maglia, sono uno di parola” – ed essere tornato sul grande rifiuto al Real Madrid – “Fu dura deciderlo, ma lo feci anche per Ilary: stavamo insieme da poco e non so come sarebbe andata con un rapporto a distanza” – Totti ricorda uno dei momenti più particolari della sua carriera, che portò agli scontri in campo con Balotelli: “Erano anni che provocava ed insultava me ed i romani, fu un fallo davvero brutto volto solo a fargli male. C’era tutta la rabbia accumulata, ma dopo il fallo stranamente nessuno dei suoi compagni mi aggredì: evidentemente non ero il solo ad avere problemi con lui”.
Oltre ai trascorsi con l’attaccante del Nizza non mancano quelli con Antonio Cassano – “A Roma era ospite a casa mia e faceva regali a mia mamma come se fosse la moglie, oltre a pagare sempre alle cene. Lui è fatto così. Il rapporto si è chiuso quando accusò la mia domestica di aver preso il suo assegno, che qualche tempo dopo fu ritrovato nella sua auto” – per poi passare ai due allenatori che più hanno influenzato la sua carriera in giallorosso: “Quando parli con Capello hai sempre torto, perché l’ultima parola deve essere sempre la sua. Se vedi un piccione e lui dice che è un gabbiano, farà di tutto per dimostrartelo. Spalletti è quello che ha spinto di più per il mio addio, c’era un’unione di intenti con la società”.
Chiusura con il suo ruolo attuale e cosa lo aspetta in futuro: “Oggi riesco ad aiutare tanto i ragazzi che hanno tanto rispetto verso di me, a fargli fare più gruppo. Più avanti non so cosa farò, per ora respiro l’aria del campo anche se con un ruolo diverso”.