L’ex tecnico della Nazionale, ora al Genoa,Cesare Prandelli, ha parlato a “La Gazzetta dello Sport” del suo ritorno in Serie A e di come bisogna far crescere i giovani.
Ovvio il paragone con l’Italia e un modello di una squadra di A che tutti dovrebbero seguire: “Innanzitutto sono molto contento di tornare ad allenare, io e il mio staff non abbiamo mai smesso di guardare partite e analizzare tutte le squadre papabili per noi. Non riesco a capire perché sia passato tutto questo tempo prima di trovare una squadra, ma non mi va di fare polemica e adesso voglio rimboccarmi le mani per rialzare il Genoa. Sono tornato al sole dopo anni di nebbia, l’esperienza in Nazionale non mi ha aiutato. Sono ancora convinto che in Serie A si possa guardare alla tecnica e non solo all’aspetto tattico e fisico. Sono ormai dieci anni che i giocatori stranieri sono in cima alla classifica per numeri di uno contro uno vinti. Dobbiamo tornare ad insegnare la tecnica nelle scuole calcio e nelle giovanili, la tattica serve ma fino ad un certo punto. Dobbiamo prendere esempio dal Napoli di Sarri che ha incantato tutta l’Europa e dall’Atalanta di Gasperini, vera fucina di talenti con un gioco unico che tutte le società europee invidiano. Juventus? E’ un caso a parte, loro sono ormai otto anni che agiscono in questo modo, hanno capito che servono 4-5 italiani dal carattere forte per tenere su la squadra, il resto è formato da giocatori straordinari che fanno quello che vogliono con la palla. Il compito dei senatori è trasmettere la loro mentalità e la storia della società agli altri.”
