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Napoli, Ancelotti: “Primo anno di transizione, Sarri alla Juve non mi sorprenderebbe”

Ancelotti Napoli

Carlo Ancelotti è stato il simbolo dell’allenatore perfetto in tutte le squadre italiane in cui ha allenato e non solo, con Real Madrid e PSG onorate di averlo avuto in panchina.

In occasione dei suoi 60 anni, il tecnico del Napoli ha rilasciato un’intervista al “Corriere dello Sport”, in cui parla di tutti i suoi consiglieri e di alcuni episodi durante la carriera: “Sicuramente durante la mia carriera in tanti mi hanno supportato e reso l’allenatore che sono ora. Penso a Liedholm, persona fantastica che mi ha aiutato a vedere il calcio in una maniera diversa. Il mio allenatore delle giovanili al Parma, Giorgio Visconti, mi ha insegnato tanto insieme a Bruno Mora, per me il grande maestro. Anche Arrigo Sacchi è stato uno dei miei consiglieri, dopo ogni partita mi chiamava e mi diceva cosa non andava nel gioco che facevo, aveva una visione di gioco incredibile. La partita più bella? Dico Milan-Manchester e la finale di Istanbul contro il Liverpool, vi dico solo che quella contro i Red Devils l’ho rivista su Sky solo qualche giorno fa dopo quattordici anni. Sicuramente la più brutta è stata Bologna-Milan, rischiammo di non qualificarci alla Champions e per la rabbia distrussi lo spogliatoio. Anche in Coppa di Francia con il PSG ho fatto qualcosa di simile, ricordo di aver dato un calcio ad un cartone che finì sulla testa di Ibra. Napoli? Ho testato cose nuove quest’anno, fortunatamente c’è mio figlio che è giovane e ha idee più moderne delle mie. Il 4-4-2 è un tipo di gioco più difensivo che mi permette di coprire meglio il campo, mi sono mancati molti giocatori importanti nelle fasi cruciali della stagione come Albiol ma tutto sommato è stata un’ottima prima annata. Diciamo che è stato un anno di transizione, adesso la freccia è pronta per essere scoccata. Sarri alla Juve? Lui ha portato il suo gioco vincente a Napoli e i tifosi lo considerano napoletano, purtroppo il lavoro non ti permette di fare scelte di cuore. Sei un professionista e devi fare ciò che è meglio per la tua carriera, anche se non è in linea con quello che i tuoi tifosi vorrebbero.”

Rassegna Stampa

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