Ottanta minuti di conferenza stampa per spiegare le vicissitudini legate al suo addio alla Roma. Francesco Totti, dal Salone d’Onore del CONI, ha parlato oggi davanti a 250 giornalisti e 100 fotografi da tutto il mondo: “Mi dimetto. Speravo che questo giorno non arrivasse mai, è qualcosa di veramente brutto per me. Il club non mi ha mai permesso di lavorare sull’area tecnica, per questo credo che lasciare la Roma sia la cosa migliore adesso. Davanti a tutti e a tutto ci deve sempre essere la Roma. Non voglio fazioni pro Totti, pro Pallotta o pro Baldini, bisogna solo amare questi colori. Presidenti, dirigenti e giocatori passano, ma le bandiere restano. La decisione che ho preso non è stata colpa mia”.
“Non mi sono mai pentito di fare il dirigente, dato che la Roma per me è come casa. Questa per me è una scelta difficile, sono cresciuto dentro Trigoria” ha proseguito l’ex numero 10 giallorosso. “I colpevoli di questa scelta? Non ho mai avuto la possibilità di esprimermi, sono stato sempre escluso dai progetti tecnici. Mi hanno tenuto fuori. I tifosi posso solo ringraziarli per come mi hanno sempre trattato, c’è sempre stato rispetto reciproco. Dico a tutti di continuare a tifare questa squadra, come farò io, perché a vederla in questa situazione mi sento triste. Il mio non è un addio ma un arrivederci, neanche io riesco a vedere Totti fuori dalla Roma. Se un’altra proprietà dimostrerà di voler credere in me, io sarò pronto a tornare”.
“Si è sempre detto che il problema della Roma siano i romani in squadra. Adesso sono riusciti ad ottenere quello che volevano. Anche da quando 8 anni fa sono subentrati gli americani è sempre stato così, hanno cercato di escluderci. Baldini? Con lui non ho mai avuto un rapporto, e mai lo avrò. Uno dei due doveva andare via ed io mi sono fatto da parte, con troppo galli a cantare non si arriva mai a niente. L’ultima parola veniva sempre da Londra, esprimere il mio pensiero voleva dire perdere tempo. All’ultima riunione non sono andato perché mi hanno avvertito due giorni prima, come sempre hanno fatto”.
Per quanto riguarda il capitolo allenatori, poi: “Personalmente ho sentito solo Conte, che prima di alcuni problemi mi aveva anche dato l’ok. Ma Mihajlovic, Gattuso, De Zerbi o Gasperini io non li ho mai contattati. Fonseca? Nemmeno con lui ho parlato, hanno deciso senza di me. Hanno voluto che smettessi anche da calciatore, e da dirigente avevano fatto delle promesse che poi non hanno mantenuto. Sapevano ciò che volevo. Futuro? Il Fair Play Finanziario è un problema, abbiamo dovuto vendere i giocatori migliori. Alla gente, però, bisogna dire la verità. Non la si può illudere, bisogna essere trasparenti. L’assenza di Pallotta pesa tantissimo. Quando manca il capo, da qualsiasi parte fanno tutti un po’ come vogliono e trovano alibi. Il presidente deve essere più presente”.
“Fondo Qatar interessato alla Roma? Sono stato in tanti continenti, soprattutto in quelle zone, e posso solo dire che in tanti vorrebbero fare investimenti. La Roma è amata e stimata in tante parti del mondo, ma finché non vedo nero su bianco non ci credo. Ad oggi non so nulla su un possibile, reale offerente” ha affermato Totti. “L’unica decisione che ho preso è stata quella su Ranieri. Claudio è una grande persona, sarebbe venuto anche gratis a Trigoria”.
“Addio di De Rossi? Le cose vanno fatte per tempo, e già ad inizio anno dissi a qualche dirigente che in caso doveva parlare subito con Daniele. Io allo stadio? Penso di sì, sono un tifoso. Magari andrò in curva insieme a De Rossi. Se ho qualche ringraziamento per Pallotta? Lo ringrazio per avermi dato la possibilità di rimanere, non sputo nel piatto dove ho mangiato. Spero che il presidente porti la squadra il più in alto possibile, sono 8 anni che si fanno promesse. Deve riconquistare la fiducia della gente e cambiare registro. Se fossi stato in lui, due bandiere come me e Daniele le avrei tenute. Noi sappiamo bene come funzionano Roma e Trigoria”.